Ospitiamo il contributo scritto un anno fa dal nostro Duccio Magnelli per il Brivido Sportivo:
“Il capitano è sceso dalla nave, in silenzio, una notte di marzo. Con il favore del buio si è allontanato per strade misteriose, lasciando tutti attoniti e sgomenti. E, incredibilmente soli. Si, perché finita la fase del dolore lancinante e della commozione, passate le esequie, gli striscioni, le sciarpe e I cappellini appesi alle grate dello stadio, passato tutto questo, rimane il vuoto. I capitani, per definizione, danno un senso di sicurezza. Davide Astori, sarà stato per l’altezza o la barba, incarnava perfettamente la figura della guida, di colui a cui puoi affidare le tue cose sapendo che sono in buone mani. Incuteva rispetto, ma non timore. E la notizia che presto si sarebbe legato alla Fiorentina per il resto della sua vita calcistica faceva pensare ai tifosi di aver finalmente trovato uno che non se ne sarebbe andato, che non avrebbe lasciato — per dirla con il som-mo Dante — la nave sanza nocchier in gran tempesta”. Come molti avevano invece fatto. Insomma la Firenze viola si fidava di lui e pensava di poter dormire sonni tranquilli almeno per un ragionevole lasso di tempo. Quella fascia che era stata solo dei grandi aveva trovato un braccio degnissimo.
Ma purtroppo, come spesso capita, non avevamo fatto i conti col destino. Del resto nessuno poteva immaginare uno scherzo così atroce e beffardo. Trentun anni, una carriera lunga e importante, un posto in Nazionale, una possanza fisica e una chiarezza mentale da fare invidia. Chi poteva aspettarsi un finale di un finale di partita così assurdo, un triplice fischio così anticipato.
Per questo, soprattutto per questo, la Firenze viola adesso non sa davvero dove battere la testa. Manca qualcuno, li in mezzo. E chi lo sostituirà forse trove-rà difficile anche calpestare l’erba su cui Davide era passato. E forse gli avversari, per rispetto, potrebbero non avventurarsi più nell’aria di rigore, rimanendone ai margini. E poi chi prenderà la fascia di capitano? Niente sarà più come prima. Lunica cosa certa è che il campionato, almeno quello della Fiorentina, è finito domenica 4 marzo in una camera di un hotel di Udine. Quello che verrà dopo non ha più senso. Saranno solo domeniche o sabati da riempire in qualche modo. Giusto per arrivare in fondo alla giornata. Mal come adesso lo spettacolo non ce la fa proprio a continuare. Ciao Davide. Se stai giocando, buona partita”.
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