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La noia non abita al Franchi

Al Franchi non ci si annoia mai. Come domenica con l’Inter, un altro 3 a 3 in rimonta che dimostra come la Viola sia squadra che mai si arrende e che, soprattutto, mette in campo un’invidiabile condizione fisica e psichica.

Peccato che questa volta il risultato, visto nell’orbita dei 180 minuti, non sia proprio ideale. Tre gol presi in casa sono decisamente troppi. Ma anche Gasperini non sarà felice. Insomma, nonostante che tutti si stiano spellando le mani acclamando allo spettacolo pirotecnico di mercoledì, i due tecnici di sicuro ripensano a come sia possibile prendere certe reti.

Certo, le due squadre in attacco presentavano un gruppetto di gente talentuosissima e ispirata. Ma questo non giustifica le amnesie di due retroguardie spesso distratte e poco aiutate dal centrocampo. Comunque, siccome il ritorno si giocherà fra due mesi, ai due tecnici resta anche l’incognita di capire come staranno allora le due squadre, dal punto di vista fisico e psichico. Perchè a fine aprile, a fine stagione e magari con le temperature già estive, forse si correrà meno e ci sarà meno fiato da mettere in campo. Naturalmente, i tifosi viola si augurano che là davanti, anche con meno ossigeno, continuino a tappare le falle di una difesa che, quasi imperforabile all’inizio di stagione, adesso sta prendendo gol in maniera preoccupante. E meno male che è arrivato Muriel e Pjaca è stato messo quasi definitivamente in panchina. Certo, i troppi pareggi hanno un po’ influito sulla posizione di classifica non brillantissima. E al ritorno, a Bergamo, bisognerà quasi certamente, vincere.

Resta, al termine di una serata calcistica comunque spettacolare, la solita riflessione di ogni fine partita di quest’anno. Quanto vale questa squadra senza Chiesa? Domanza oziosa e inutile visto che adesso il ragazzo c’è. Ma siccome Chiesa è indispensabile, c’è da augurarsi di vederlo sempre al Franchi e fuori con la maglia viola. O almeno, se va via, che lasci, come foto ricordo, lui che alza la Coppa Italia. O è chiedere troppo?

Duccio Magnelli

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