La storia della nostra città passa attraverso un personaggio che forse ne è diventato l’emblema.
Le cronache del tempo ce lo mostrano come un uomo non particolarmente bello ma con un grande carisma che lo rendeva affascinante e che ne aumentava la potenza.
Lorenzo il Magnifico era amato e odiato parimenti. Soprattutto per il fatto che era un uomo che, diciamocelo, ce la sapeva fare. Tanti sono i libri ed i trattati su di lui. Uomo intelligente, aveva un’immensa cultura, si dilettava a scrivere, amava la musica ed era un grandissimo mecenate. Sotto la sua guida Firenze ha accolto e degustato la massima espressione del Rinascimento.
Il tentativo di eliminarlo durante la congiura dei Pazzi il 26 aprile 1478 (dove purtroppo trovò la morte il fratello Giuliano), ebbe esito negativo anche per la sollevazione popolare che appoggiò il Magnifico permettendogli di salvarsi.
Un aspetto importante della vita di Lorenzo fu la sua salute. Era risaputo che la famiglia dei Medici era purtroppo afflitta dalla gotta, una malattia abbastanza comune a quei tempi che colpiva le classi sociali più elevate. L’accumulo di urea nei tessuti, derivato da un eccessivo consumo di carne, provocava dolori lancinanti alle articolazioni. Recenti studi hanno dimostrato che, con il termine gotta ai tempi venivano classificati sintomi comuni anche ad altre malattie. Molto probabilmente Lorenzo soffriva di una grave forma di artrite reumatoide, oppure di una malattia rara i cui sintomi potevano essere scambiati con la gotta.
Fatto sta che il Magnifico, per lenire i suoi dolori, si sottoponeva anche a cure termali ma non sortendo l’effetto di migliorare la sua situazione, decise di rivolgersi ad un medico per farsi aiutare. Il medico in questione era un certo PierLeone Leoni (conosciuto anche come Piero Leoni) da Spoleto.
Valente ed illustrissimo medico e astrologo, pare abbia studiato a Roma per poi recarsi in molte città tra le quali Pisa, dove conobbe persone di immensa cultura che gravitavano intorno a Lorenzo, ossia Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Era uno dei dottori più accreditati del suo tempo, chiamato dai personaggi più importanti dell’Italia di quell’epoca, come il Duca di Calabria, il Re di Napoli e Ludovico il Moro. Divenne il medico personale di Lorenzo il Magnifico, assicurandogli la guarigione dai suoi mali.
Purtroppo i risultati tardarono ad arrivare e la famiglia dei Medici decise di avvalersi della consulenza anche di un altro luminare Lazzaro da Pavia. Egli iniziò una cura a suo dire miracolosa che consisteva nella somministrazione regolare di una polvere di pietre preziose come smeraldi, rubini, ametiste, diamanti e topazi. Come e’ finita lo sappiamo. Questa cura fu il colpo di grazia per il Magnifico che mori’ la notte dell’8 aprile 1492 a 43 anni nella sua villa di Careggi.
A questo punto la domanda nasce spontanea. Che attinenza troviamo tra questa storia ed il quartiere del Campo di Marte? Le cronache del tempo. Ecco la risposta. Esse narrano che il medico Piero Leoni da Spoleto fu ritrovato cadavere in fondo ad un pozzo. Non si sa se si sia suicidato per il senso di colpa nei confronti di Lorenzo o per essere stato scavalcato nella sua autorità da un altro medico. Oppure se invece fu ucciso da Piero, il figlio del Magnifico che non accettava la morte del padre. Fu ritrovato in un pozzo all’interno del cortile di una casa di campagna con una torre che si trovava vicino ad un fiume che arrivava da Camerata. Piero Leoni morì al Campo di Marte. Nell’antica villa che anche oggi possiamo vedere in via Centostelle vicino al fiume Affrico. La villa accanto al tabernacolo. Una storia nascosta del nostro quartiere.
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